La questione della sicurezza delle carte di credito è particolarmente sentita dal pubblico, tanto che alcune emittenti hanno cominciato ad elaborare delle soluzioni ad hoc in grado di rasserenare anche il più timoroso degli utenti. È il caso delle cosiddette “carte di credito virtuali”, che consentono di effettuare acquisti online in tutta tranquillità senza per questo rinunciare alle funzionalità degli strumenti tradizionali.
Come funziona, dunque, una carta di pagamento virtuale? Il meccanismo è semplice e riprende i concetti di base della scienza crittografica. In pratica, ogni volta che un utente effettua un acquisto di beni o servizi via web, la carta virtuale genera automaticamente un codice di sicurezza “usa e getta” per la conferma della transazione. Questo numero (o “Pan”, in contrapposizione al Pin delle carte tradizionali), cambia di volta in volta, e le combinazioni già utilizzate vengono invalidate definitivamente: in questo modo, se pure un hacker o un sito di phishing riuscissero a carpirlo in maniera fraudolenta, non potrebbero comunque impiegarlo per spese illecite. In Italia, tutti i principali operatori del settore forniscono anche un servizio di carte di credito virtuali.
Banca Intesa e Visa, tra i primi ad implementare questo genere di prodotti nel Paese, hanno avviato sin dal 2000 il progetto congiunto Moneta Online per la generazione di codici usa e getta. CartaSi ha lanciato nel 2002 la carta virtuale BankPass Web: per ottenere il Pan è necessario registrarsi presso l’omonimo sito e inviare una richiesta al momento della transazione. Anche PayPal, infine, ha dato i natali all’analogo servizio Secure Card nel 2006.