Le carte revolving presentano, oltre agli indubbi vantaggi, anche un rischio concreto e sempre presente. La facilità con la quale si possono rateizzare gli acquisti di tutti i giorni, e il fatto stesso che la disponibilità del credito si ripristini con il tempo, fanno sì che le possibilità di sovra-indebitamento siano relativamente più elevate rispetto a quelle di altre forme di finanziamento.
Stando all’ultima analisi effettuata dalla società di informazioni creditizie Experian, il tasso di sofferenze (vale a dire, di ritardi e insolvenze nei pagamenti) sulle carte revolving si è attestato al 3,89% nel corso del 2008, contro il 2,45% del credito al consumo e il 2,89% delle normali carte di credito.
Se è vero che il fido delle carte revolving non si ripristina a meno che l’utente non paghi regolarmente le rate, resta il fatto che il tasso annuo effettivo globale delle carte revolving è mediamente più elevato rispetto a quello applicabile ad altre forme di finanziamento rateale, e oscilla in media dal 15 al 20 per cento.
I suddetti rischi delle carte di credito revolving hanno spinto molte associazioni dei consumatori a criticare questa forma di finanziamento e ad accusare le società emittenti di avere fissato interessi eccessivamente elevati per uno strumento a così larga diffusione. In molti casi, per fornire agli utenti uno strumento di valutazione in più, le stesse associazioni mettono a disposizione sui loro siti web dei form di facile utilizzo per calcolare Taeg ed Isc delle varie carte revolving.